calore

quadrati-malevich-puliti02CALORE

calore
ph. marco caselli



regia, coreografia, scena, costumi enzo cosimi
musiche (a cura di enzo cosimi) glenn branca, benjamin britten, liquid-liquid, chris watson, musica popolare africana
disegno luci stefano pirandello
datore luci gianni staropoli
abito gianni serra
gioiello cristian dorigatti
interpreti francesco marilungo, riccardo olivier, francesca penzo, alice raffaelli
organizzazione maria paola zedda
nell’ambito del progetto ric.ci – reconstruction italian contemporary choreography anni ottanta-novanta
ideazione e direzione artistica marinella guatterini
assistente alla direzione artistica myriam dolce
produzione compagnia enzo cosimi
in collaborazione con amat – associazione marchigiana attività teatrali – arteven circuito teatrale regionale veneto –  fondazione del teatro grande di brescia fondazione fabbrica europa per le arti contemporanee–  fondazione milano teatro scuola paolo grassi  fondazione ravenna manifestazioni fondazione  teatro comunale di ferrarateatro pubblico pugliese torinodanza

Calore, titolo del primo lavoro coreografico di Enzo Cosimi,  debutta a Roma nel settembre del 1982 all’Anfiteatro del Parco dei Daini di Villa Borghese con il suo ensemble Gruppo Occhèsc.
Il pezzo, impostato su un’energia vigorosa e ritmi serratissimi, era nato per interpreti  non-danzatori, pur riconoscendosi in pieno in una scrittura di danza.
Nel primo breve scritto sullo spettacolo Cosimi scriveva: la realtà è devastata da gelide atmosfere, pensiamo di voler “annusare” una nuova aria, un nuovo vento in cui l’energia nel suo ritornare al nulla senza illusione, abbia come qualità un senso di profonda serenità, di caldo, di calma relativa.
Lo spettacolo è un viaggio visionario dove all’interprete è richiesto un processo di regressione che serve come traccia per disegnare un’età dell’infanzia e dell’adolescenza infinita.
Giuseppe Bartolucci, teorico del nuovo teatro mai dimenticato, scriveva sullo spettacolo:  qui la ginnastica e la danza si fanno avanti e vengono corrose, il sudore è accettato come passaggio, la fisicità è fatta pervadere di accensioni a catena e senza fine, la risorsa del riposo e dell’intervallo non viene accettata di principio.
Lo spettacolo è stato riallestito all’interno del progetto RIC.CI di Marinella Guatterini, illuminante  proposta di recupero del repertorio della Coreografia contemporanea  italiana, auspicando che le nuove generazioni di autori e di spettatori possano dare un nuovo sguardo alla nostra memoria storica coreografica.


CALORE

direction, choreography, set, costumes enzo cosimi
 music curated by enzo cosimi  glenn branca, benjamin britten, liquid-liquid, chris watson,  popular african music
lighting design  stefano pirandello
lighting technician  gianni staropoli
dress  gianni serra
jewellery  cristian dorigatti
dancers  francesco marilungo, riccardo olivier, francesca penzo, alice raffaelli
organization maria paola zedda
presented within the context of the RIC.CI Project  ‘Reconstructing Italian Contemporary Choreography: 1980s-1990s’
concept and artistic direction  marinella guatterini
assistant artistic direction myriam dolce            
production compagnia enzo cosimi
in collaboration with amat – associazione marchigiana attività teatrali – arteven circuito teatrale regionale veneto –  fondazione del teatro grande di brescia fondazione fabbrica europa per le arti contemporanee–  fondazione milano teatro scuola paolo grassi  fondazione ravenna manifestazioni fondazione  teatro comunale di ferrarateatro pubblico pugliese torinodanza
 

Calore  (Heat), is the title of Enzo Cosimi’s first choreographic work, which made its debut in Rome’s Villa Borghese, at the Amphitheatre of the Parco dei Daini, in September 1982, with his ensemble Gruppo Occhèsc. Though conceived as a piece for artistic interpreters who are non-dancers, it is nevertheless marked by a vigorous energy and very compact rhythms in which a dance composition is entirely recognisable.In an original brief descriptive sketch of the show, Cosimi wrote: reality is devasted by frozen atmospheres, here we are trying to get the scent of a new air, a rising wind whose energy, in returning to nothing without any illusions, nevertheless has the qualities of deep serenity, of heat, of relative calm.  The show is  a visionary voyage in which the artistic interpreter is asked to embark on a sort of regression, to trace out the pattern of an endless infancy and adolescence.Giuseppe Bartolucci, the unforgettable theoretician of the new theatre movement, wrote about the show as follows: here gymnastics and dance step forward and are contaminated, sweat is accepted as a passage, physicality is permeated by continuous and endless ignitions, on principle the fall-back of rest and interval is not contemplated.

This project of recuperating the repertoire of contemporary Italian choreography is indeed welcome, in the hope that younger generations of authors and audiences may now have the opportunity to take a new look at our historical choreographic memory.