hell…yeah

HELL…YEAH

3 scene sulla fisionomia della vanità

quadrati-malevich-puliti02

 

hell...yeah
ph. enzo cosimi, andrea linke


regia, coreografia, scena, costumi, video   enzo cosimi
fonte qoèlet (ecclesiaste)
testo giorgio orbi, enzo cosimi
musica  giacinto scelsi, richard chartier, richie hawtin, gum
interpreti enzo cosimi, paola lattanzi, andreana notaro, alex guerra
disegno luci stefano pirandello
tecnico audio-video damiano minghetti
realizzazione video, editing musiche andrea linke
collaborazione esecutiva oggetto scenico donato piccolo
parrucca audello
assistente alla produzione maria paola zedda
coproduzione 2006 reggioemiliadanza, compagnia di danza enzo cosimi, fondazione teatro comunale di modena, teatro comunale di casalmaggiore, civitanova danza.

La creazione parte dalla fascinazione del testo Ecclesiaste, forse il più sconcertante testo biblico sull’esistenza umana. L’intento è di creare spazi emotivi, drammaturgici  tra suono/musica e visione, sottolineando la capacità della scrittura del corpo ad infiltrarsi in altri linguaggi artistici.
Il “mood” del pezzo sarà di creare tensione tra il concetto di  vita e di  morte, tra realtà e ignoto, tra opacità e glamour.


HELL…YEAH

3 scenes on the physical nature of vanity

direction, choreography, set, costumes, video enzo cosimi
source qohelet (ecclesiastes)
text  giorgio orbi, enzo cosimi
music giacinto scelsi, richard chartier, richie hawtin, gum
performers enzo cosimi, paola lattanzi, andreana notaro, alex guerra
light design stefano pirandello
audio video technician damiano minghetti
video production, music editing andrea linke          
prop production donato piccolo
wig audello
organization maria paola zedda
production compagnia enzo cosimi, red reggioemiladanza, fondazione teatro comunale  di modena,  civitanova danza, teatro comunale di  casalmaggiore

This creative piece had its initial impetus from a fascination with the text of Qohelet (Ecclesiastes) perhaps the most disturbing of biblical texts on human existence. The intention here is to create a series of emotional and dramaturgical spaces in sound/music and vision that highlight the body’s ability to infiltrate other artistic languages. The ‘mood’ of the piece creates a tension between the concepts of life and death, between reality and the unknown, between shadow and glamour.