forse c’è abbastanza cielo su questi prati

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FORSE C’È ABBASTANZA CIELO SU QUESTI PRATI

un itinerario sull’atto performativo, dalla formazione all’azione

Progetto/Coreografia/Regia: Enzo Cosimi

Drammaturgia: Enzo Cosimi e Maria Paola Zedda

con: Luca Della Corte, Alice Raffaelli, Giulio Santolini, Matteo Sedda

disegno luci: Gianni Staropoli

foto: Lorenzo Castore

video: Stefano Galanti

assistente: Corinna Anastasio

elettricista: Giovanni Magnarelli

organizzazione: Anita Bartolini

foto: Piero Tauro

Danza, sound, corpo, arti visive, voce. Il teatro contemporaneo è sempre più un sistema multidisciplinare di linguaggi necessario per raccontare oggi le inquietudini dell’essere umano in una società complessa, mossa da corti circuiti dell’animo che spingono alla ricerca della felicità, del dolore, delle passioni, del coraggio.

Il nuovo progetto di Enzo Cosimi, moltiplicabile in diversi possibili appuntamenti, vuole creare un percorso che conduce ad un’azione performativa multidimensionale, partendo da diverse discipline artistiche. Si parte da un processo di formazione che accompagni gli studenti ad entrare mentalmente e concettualmente dentro l’atto performativo, sia dal punto di vista tecnico, che di quello dell’elaborazione dei contenuti così come la presenza sulla scena di corpi che utilizzano linguaggi artistici diversi e complessi. Un progetto proposto non necessariamente o esclusivamente a studenti di danza o a giovani professionisti che si stanno affacciando alla creazione coreografica, ma che cerca nel confronto delle varie discipline artistiche un itinerario “consapevole” dell’atto performativo

Questo significa coinvolgere studenti e neodiplomati di Accademie di Belle Arti e Arte Drammatica, di scuole di danza, di scuole di teatro, di Conservatori, Accademie di moda e design, scuole sportive, per permettere di incrociare le specificità dei loro studi con il linguaggio del corpo.

Un evento site specific, pensato per spazi non teatrali, dove, al termine di un percorso di studio della durata di dieci giorni, gli studenti prendono parte ad un evento pensato intimamente per il luogo che ha ospitato la loro ricerca, insieme ai danzatori della compagnia Enzo Cosimi. L’evento, strettamente connesso con il paesaggio del territorio che lo attraversa, genera quindi eventi unici e irripetibili attraversati da un grande affresco di linguaggi che rimanda al titolo del progetto, nella volontà di connettere il linguaggio dell’arte performativa alle visioni generate nell’agire e nel vivere nella società contemporanea. 

Il progetto si nutre di alcuni elementi essenziali.

Scelta dello spazio e del contesto. Il luogo dell’azione è pensato per spazi non teatrali, che possono essere musei, biblioteche, palestre, edifici storici, scuole e accademie, palazzi, gallerie d’arte. E’ lo spazio scelto a dare la connotazione esclusiva della messa in scena. I partecipanti provenienti da diverse discipline artistiche studiano la performance in termini di composizione, rapporto con lo spazio, tecnica, lavoro sulla presenza incrociando i propri specifici studi con l’azione del corpo. 

Formazione. Un percorso di studio di dieci giorni sul linguaggio performativo, sia dal punto di vista ideativo che dell’azione. L’obiettivo è quello di fornire un primo passo alla costruzione di una coreografia aperta, attraverso un metodo di indagine ed esplorazione rispetto al tema scelto dal coreografo. Si proporrà agli studenti un approfondimento partendo da suggestioni letterarie, cinematografiche, musicali sul tema proposto e alla loro disciplina di studio, che saranno la base della composizione coreografica. Alla fine del laboratorio saranno messi a fuoco i vari processi di lavoro per la creazione di una vera scrittura coreografica. Fondamentale sarà il tempo dato al momento del feedback, in cui si

analizzerà e discuterà il lavoro di ognuno in forma aperta e dialettica. Ai ragazzi sarà chiesto di immergersi in un universo poetico, base per un’indagine approfondita sulla composizione coreografica.

Installazione. Gli studenti, dopo una settimana di lavoro con il coreografo, incontrano i danzatori della Compagnia. L’azione performativa viene costruita e ripetuta nello spazio, generando una visione plurima, che permette allo spettatore di muoversi soggettivamente e parallelamente seguire il percorso dell’installazione diventando così parte attiva della creazione.