take me up take me higher
concept e coreografia Enzo Cosimi
immagini Lorenzo Castore
disegno luci Gianni Staropoli
musica Chris Watson, Daft Punk
interpreti Compagnia Enzo Cosimi
Il progetto installativo di Enzo Cosimi, Take me up, Take me higher, moltiplicabile in diversi possibili appuntamenti, vuole creare un percorso che conduce ad un’azione performativa multidimensionale, partendo da diverse discipline artistiche. Danza, sound, corpo, arti visive e immagini. Il teatro contemporaneo è sempre più un sistema multidisciplinare di linguaggi necessario per raccontare oggi le inquietudini dell’essere umano in una società complessa, mossa da corti circuiti dell’animo che spingono alla ricerca della felicità, del dolore, delle passioni, del coraggio.
Tratto da Forse c’è abbastanza cielo su questi prati, evento site specific, Take me up, Take me higher è pensato per spazi non teatrali, generando quindi eventi unici e irripetibili attraversati da un grande affresco di linguaggi che rimanda al titolo del progetto, nella volontà di connettere il linguaggio della performance ai paesaggi generati e percorsi dalla società contemporanea.
L’evento si avvale della collaborazione di Lorenzo Castore, affermato artista visivo di respiro internazionale e vincitore di diversi premi.
Take me up take me higher: la ricerca della felicità. La suggestione parte dall’elaborazione della prima parte dello spettacolo Estasi di Enzo Cosimi, incentrato sul tema del desiderio. La destrutturazione del lavoro trasformerà il materiale in una installazione multifrontale per una visione liquida e dilatata. Il lavoro riflette il rapporto tra il desiderio e i suoi aspetti più profondi generati oggi nella società contemporanea. Desiderio, erotismo, estasi mistica, amore, toccano le radici più profonde della vita sino alla freddezza fatale della morte. Un viaggio dentro l’antico tema di eros e thanatos, esplorato con occhio disincantato, carico di humor, che si apre a paesaggi grotteschi e violentemente pop.
Il progetto si nutre di alcuni elementi essenziali.
Scelta dello spazio e del contesto. Il luogo dell’azione è pensato per spazi non teatrali, che possono essere musei, biblioteche, palestre, chiostri, edifici storici, scuole e accademie, palazzi, gallerie d’arte. E’ lo spazio scelto a dare la connotazione esclusiva della messa in scena.
Installazione. L’azione performativa viene costruita e ripetuta nello spazio, generando una visione plurima, che permette allo spettatore di muoversi soggettivamente restando in piedi. L’installazione ha la durata di 15/30 minuti e permette una visione fluida e personale. Può essere ripetuta più volte nell’arco della serata.
L’installazione prevede anche la possibilità di estendersi con un lavoro sul territorio che implica un percorso di formazione per performer, professionisti e non, attraverso due giornate di prova durante le quali si accompagnano i partecipanti ad entrare mentalmente e concettualmente dentro l’atto performativo, sia dal punto di vista tecnico, che per l’approfondimento del concetto di “presenza”.